STORIA
N.1
Sono in attesa di separazione
Mi chiamo Gxxx, vivo a Fxxxx ed attualmente sono in attesa
della convocazione per la separazione con mia moglie. La nostra è
sempre stata una coppia particolare basata sul reciproco non
rispetto di tutte quelle regole che di solito tutte le altre
coppie decidono di rispettare. Questa impostazione che avevamo
dato al nostro rapporto, mi ha permesso in diverse situazioni di
provare dei momenti di felicità veramente intensi, ma d'altro
lato di incorrere in frequenti momenti di vera disperazione.
Mentre io sono una persona abbastanza creativa, ma forse un po'
timida, mia moglie è sempre stata molto istintiva e reattiva.
Forse queste caratteristiche comportamentali complementari hanno
permesso nel tempo il mantenimento di un certo equilibrio
all'interno del rapporto.Poi ad un certo punto deve essere
successo qualche cosa....che non so bene che cosa sia...che ci ha
portato a continui litigi. Il culmine di tutto ciò è stato
quando ho sorpreso mia moglie, tornando in anticipo dal lavoro, a
letto con un altro uomo.
Da allora me ne sono andato da casa, ho rifiutato qualsiasi suo
tentativo di spiegazione e ho chiesto subito la separazione. Mi
sto però accorgendo che c'è attualmente un problema ancora più
grande........io continuo ancora ad AMARE mia moglie.....
STORIA
N. 2
Fobia del matrimonio?
Salve, sono una ragazza di 28 anni e da quasi 6 anni convivo
con un ragazzo di 25. La convivenza non è
mai stata una scelta per me, perché non la
condivido. Per motivi di educazione ritengo che per vivere insieme
si debba essere sposati. Mi sono ritrovata in questa condizione
per diversi motivi, prima di tutto per il
comportamento del mio ragazzo, che io considero insolito. Quando
ci siamo messi insieme io vivevo da sola.
Lui era molto giovane (19 anni) e i suoi
genitori si erano appena separati tragicamente, cosa di cui,
ovviamente, soffriva molto. Cominciò a fermarsi
spesso a casa mia, finché un bel giorno mi
accorsi che stavamo convivendo. Decisi di aspettare un po' e
poi di cominciare a parlare di matrimonio, ma lui
non voleva neanche che ci mettessimo le
fedine da fidanzati. All'inizio credevo che non mi amasse e
che si volesse solo approfittare di me e della mia
casa. Così sono cominciati i litigi e spesso l' ho mandato via in
malomodo. Ogni volta però lui si disperava
e faceva di tutto per convincermi che sarebbe cambiato, che
in realtà mi amava tanto, ecc. ecc., e ogni volta
ha trovato il sistema di darmi delle
dimostrazioni. Sono passati quasi 6 anni e questa storia continua.
Le fedine ce le siamo messe e lui 2 anni fa mi ha regalato anche
un bell'anello di un valore molto grande
rispetto alle sue possibilità. Ma la parola
"matrimonio" ha continuato ad essere un tabù.
Ultimamente mi ero convinta che si fosse
deciso, ma il suo stato psicologico va peggiorando. E' ormai
un anno che se ne parla e che ci si organizza, ma quando arriva il
momento di dirlo a qualcuno (amici, testimoni,
parenti...) lui comincia a balbettare, una
volta è letteralmente scappato. Io penso che abbia delle crisi
di panico o qualcosa del genere, perché non trovo altra
spiegazione. Ormai per tanti motivi credo
che lui mi ami, quantomeno il nostro amore ha resistito
nonostante tutto... e lui vuole continuare a stare a casa con me.
Spesso mi chiedo se è diventata
del tutto insostenibile e non so che fare. L'ultima delle tante
date che abbiamo deciso per il matrimonio è stata
il 10 dicembre 2000 e ancora non si è fatto
nulla... eppure lui dice che si sente sposato con me. Non ha
senso. Gli ho pure detto che mi andrebbe bene anche
una cerimonia semplice, anche senza invitati, ma lui dice di no,
che il nostro matrimonio dovrà essere grandioso...
e poi non fa nulla, dice di averlo detto agli amici e poi scopro
che non è vero, che non ha detto niente a nessuno...
STORIA
N. 3
Vorrei tanto recuperare questa storia
Sono XXXXXXXX, un uomo di 43 anni
divorziato da alcuni anni, anche se mantengo un ottimo rapporto
di amicizia con la mia ex-moglie. In
questa primavera, frequentando un circolo sportivo, ho
conosciuto una donna di 28 anni, moglie di una persona che è
diventata poi mia amica a causa dell' hobby in comune. Io
non ho mai fatto avances a quella donna, anche se mi piaceva,
proprio per il rispetto che ho per il rapporto matrimoniale.
Tale donna ha lasciato il marito alla fine di
luglio (dopo 7 anni) a causa della "continua" poca
considerazione che egli portava verso di lei. Verso
l'inizio di ottobre, ha cominciato a frequentare il mio negozio
(sono commerciante) e ho avuto modo di capire il suo
interessamento verso di me. Abbiamo avuto
la possibilità di uscire insieme qualche volta e io ho
riflettuto molto, mentalmente, se dedicarmi o meno a questa
relazione, data l' "amicizia" con il suo ex-marito;
successivamente ho capito che avrei potuto instaurare un ottimo
rapporto con lei ed e' successa la cosa più bella del mondo, ci
siamo messi insieme. Abbiamo vissuto un
mese intenso.... gli amici comuni ci hanno visto insieme, ma mai
da soli. D'un tratto lei ha voluto
interrompere il nostro rapporto intimo (non quello di amicizia),
a causa di un flash-back di attrazione verso un uomo di 28 anni.
Con lui ha avuto una relazione di pochi giorni subito dopo la
sua separazione, ed è rimasta colpita dalla sua
"bastardaggine", ovvero da come era stata trattata.
Vorrei tanto recuperare questa storia, ma credo
che non sarà facile. A causa di tutto ciò
ultimamente provo tachicardia, insicurezza, insonnia,
depressione... riesco comunque a fare sport (sono un tipo
atletico) e questo mi aiuta molto. Vorrei
che tutte le parole che ci siamo detti con sincerità potessero
essere di nuovo presenti e che un giorno possano divenire realtà.
Ormai sono 15 giorni che non riesco a dormire
bene, che sto perdendo peso e che ho l'umore a terra...
STORIA
N. 4
Cosa devo fare?
Salve,mi chiamo xxxxxxx , ho 28
anni e sto da circa 3mesi con una ragazza che per 2 anni e stata
la mia migliore amica, xxxxxx, di anni 23. L' amo da morire, ma
ha alcuni aspetti del suo carattere che mi fanno molto soffrire.
E' stata infatti per 3 anni con un mio amico e lei lo ha
lasciato perché non la lasciava più libera di fare niente.
Ora il problema in questione è il seguente: dopo
3 anni ha ancora il rimorso di aver fatto soffrire tanto
un'altra persona. Tale rimorso è cosi forte da farla piangere e
da non farle vivere serenamente la nostra storia. Spesso
la trovo distratta e immagino che ci stia pensando, anche perché
quando ci pensa, con me diventa fredda e anche se dice di
amarmi, in quei momenti so che non è così. Lei me lo ha
confermato dicendo, che a volte, mi ama tanto e altre volte
pensa troppo e non riesce ad amarmi... I suoi pensieri non
riguardano un'altra persona in senso affettivo, ma la colpa di
aver fatto soffrire il suo ex è ancora molto forte ed il
terrore di far soffrire me lo è altrettanto, tanto da non
sciogliersi mai con me e di conseguenza la sento spesso fredda,
distante da me e non completamente libera. Io
non so cosa fare per aiutarla e che cosa dire. Passo quindi dei
periodi orribili pensando che ci sono momenti in cui lei non mi
ama .....di cui io mi accorgo subito. Cosa
devo fare? Cosa le devo dire perché smetta di pensare al
passato e cominci a guardare avanti? Ed io come la devo vivere
questa storia?
STORIA
N. 5
Moglie e mamma preoccupata
Ho 32 anni, sono sposata da 3 anni e mezzo ed
ho una figlia di 2 anni, mi sono sposata dopo un fidanzamento
brevissimo, circa 1 anno.Dal giorno in cui mi sono messa con
il mio attuale marito, ho capito che quello sarebbe stato
l'uomo della mia vita, e così dopo soli 3 mesi di
fidanzamento, già si parlava di matrimonio. I preparativi del
matrimonio sono stati abbastanza burrascosi, per svariati
motivi: l'invadenza dei suoi (che premetto non era proprio
invadenza, ma io la consideravo tale, in quanto nella mia
famiglia, a differenza della sua, non c'è mai stata una
partecipazione attiva a quello che io facevo), la mia poca
disponibilità economica e dei problemi di lavoro suoi (dovuti
ad un socio in uscita) che gravavano su tutta la sua famiglia
e quindi anche su di me. Comunque ci siamo sposati, ed eravamo
molto attaccati. Poi sono subentrati dei problemi sessuali
(eiaculazione precoce, giusto il tempo di penetrare....) che
comunque esistevano già prima del matrimonio, ma ai quali io
non avevo mai dato peso, in quanto ritenevo che il fattore
sesso potesse passare in secondo piano....Ma il passare del
tempo mi ha dato torto......io credo di non amarlo più, non
lo desidero più, gli voglio solo un gran bene....mi
infastidisce se mi si avvicina, mi disgusta baciarlo, e
comunque non ho più il minimo rispetto per lui, lo insulto,
in momenti di eccessivo nervosismo (almeno una volta al
giorno), gli faccio male, lo derido.....ho parlato con lui del
problema, ma siccome è un bonaccione, mi da sempre ragione,
ma poi non si da mai da fare, pensa sempre prima al
lavoro.Prima ero una persona molto attiva, da quando c'è
questa situazione, passo le giornate rinchiusa in casa con la
bambina, sono sempre stanca, annoiata, ho da ridire su tutto e
su tutti, non c'è nulla che mi vada bene....Ho pensato quindi
di rivolgermi ad un ipnotista, anche perché, da quando sono
nata ad oggi, ho pochissimi ricordi di momenti belli.......la
mia infanzia non la ricordo molto...i pochi ricordi che ho di
mia madre, sono ricordi di imposizioni, di botte, di grida, di
litigi, è sempre stata una persona molto autoritaria, dovevo
vestire come diceva lei, fare ciò che lei diceva, ecc.
altrimenti erano punizioni.Il nostro rapporto è sempre stato
turbolento, mio padre non c'era quasi mai, e quelle poche
volte che non faceva il secondo lavoro, pur di non starle
accanto, perché mia madre aveva il grande potere di
esasperare anche lui, se ne andava al bar a giocare a
carte.Spesso raccontavo bugie, perché con lei, l'unico
sistema per ottenere qualcosa, era quello. Finché a 18 anni
mi ha messa di fronte ad una scelta: o mollavo il mio ragazzo,
oppure se non me ne andavo via di casa, se ne sarebbe andata
lei...... così mi ha lasciata andare in mezzo ad una strada
senza né vestiti, né soldi, e sono andata ovviamente a
vivere a casa dei genitori del mio ragazzo che mi
picchiava....il padre di lui a volte mi importunava.......Il
mio rapporto con le altre persone è sempre stato
incoerente....fatto di tradimenti nei confronti dei ragazzi
(tra l'altro molti) che frequentavo e di assoluta
inaffidabilità da parte mia.....raccontavo di uno stupro mai
subito, oppure mi ingegnavo a fingere svenimenti...quando non
volevo più stare con una persona, difficilmente glielo
comunicavo, ma trovavo mille pretesti per non farmi più
vedere o sentire. Sparivo! Credo che nella mia vita attuale ci
sia un legame con la vita passata, ma siccome non ho quasi
ricordi dalla mia nascita fino ad almeno i 4 anni, vorrei
riuscire a capirci qualcosa e naturalmente a superare questa
situazione.Il rapporto con mia figlia mi fa notare che sto
riproponendo molti dei comportamenti che mia madre aveva con
me: la sgrido mille volte al giorno, drammatizzando i suoi
piccoli errori rapportati alla sua piccola età (2 anni
appunto), a volte la picchio, ed esigo che lei faccia quello
che voglio io. Io comprendo che sbaglio, ma sfortunatamente,
la mia volontà non è abbastanza forte da evitarmi di
assumere quell'atteggiamento.Ho paura per la mia piccola, più
che per me........temo di rovinarle l'esistenza, come mia
madre ha fatto con me...vorrei darle un esempio di vita
decente, ma non ci riesco.....con l'ansia di darle un modello
accettabile di famiglia, sto rovinando tutto......
STORIA
N. 6
Non ha più voglia di fare l'amore!
Mi chiamo XXXXXX, ho
35 anni, libero professionista, vivo a XXXXXXXXX, sono molto
soddisfatto del mio lavoro, che mi permette di vivere una vita
agiata.Sono sposato da circa 5 anni , dopo sette anni di
fidanzamento, oggi ho una meravigliosa bambina di anni due e
mezzo.La mia vita è come quella di tutti, con alti e bassi...ma
da un po' di tempo ho un PROBLEMA che mi sta rovinando la mia
vita.Arriviamo al dunque!Come vi dicevo, felicemente sposato,
ritengo di avere un bella famiglia, ma......il mio problema e'
mia moglie!Mi spiego: ......non ha più voglia di fare l'amore.Iniziamo
dal principio.... primo uomo (sessuale) della sua vita, per
sette anni sesso e amore a volontà, coppia molto aperta al
dialogo... La mia lei e' laureata e di famiglia ottima .Dal
giorno del matrimonio il sesso (per lei) e' cambiato, lo si fa
più o meno 20 volte l'anno, solo di sera, dopo che si è un po'
ubriacata, le altre ore della giornata non la
ispirano...........! ....mai potuto fare sesso
"alternativo".... la sua morale non glielo
consente.Appena sposati, di comune accordo decidemmo che lei
prendesse la pillola, ma dopo sei mesi mi comunicava che le
toglieva la voglia di sesso.Le ho esposto che oltre all'amore
platonico, avevo bisogno di un amore di carne, ma lei dice che
e' un periodo molto pieno di stress e che la nostra piccola la
stanca tanto..... dice che tutto ciò è frutto della mia
mente....che tutto procede bene .La sera, quando rientro dal
lavoro, mi racconta i suoi alibi per glissare l'amore.....la
bambina sta tutto il giorno all'asilo nido e/o con la baby
sitter...ma lei e' stanca. Poi, quando la mia pazienza sta per
finire, capisce che sto per scoppiare, mi concede la
"s......" coniugale..... una e basta.Quando abbiamo
appreso che era incinta, mi negò qualunque rapporto sessuale
per quindici mesi.Questa estate siamo andati in vacanza e
abbiamo deciso di portare con noi i suoi genitori, così la
bambina rimaneva con i nonni, ma tra il dire e il fare....... mi
diceva..... sai ci sono i miei, potrebbero capire
che..........Ultimamente ho di nuovo esposto il mio problema,
che sta incrinando la nostra vita , ma lei dice che e' solo
frutto della mia immaginazione, quando gli racconto di amici in
comune che hanno almeno un rapporto al giorno, lei dice che sono
solo chiacchiere.... che non è possibile! Mi
viene voglia di lasciare tutto e andarmene, ma la mia Bambina mi
frena, la sola idea che non sia più con me... mi uccide.Secondo
me, questo le da maggiore sicurezza del mio non andare e tutto
ciò che lei desidera per me diventa un ordine . La amo come il
primo giorno, ma il letto è solo un giaciglio per
riposare.AIUTO!!!...chiedo
troppo?
STORIA
N.7
Piango e mi sento in gabbia
Non so più che cosa
fare con il mio ragazzo, che mi sta facendo andare fuori di
testa, con la sua ossessione del mio "passato".Stiamo
insieme da 8 mesi, io ho 25 anni, lui 32, e in passato ho avuto
alcune storie d'amore importanti che lui, da otto mesi, vuole
conoscere in ogni loro aspetto, soprattutto in quello
sessuale:mi fa domande precisissime, mi chiede di fargli vedere
cosa facevo con i miei precedenti partner, mi chiede cosa
sentivo , come vivevo ...Chiama i miei ex per nome come se li
conoscesse...Oggi mi ha scritto un messaggio nel quale mi diceva
che mi stava immaginando nuda con uno dei miei ex, che facevamo
le nostre cose e non riusciva a togliersi dalla mente
quell'immagine ...dice che la colpa è mia, perché non capisco
questo suo bisogno di conoscermi e che sono io che non gli ho
saputo raccontare le cose in modo obiettivo, per cui lui adesso
è costretto con la sua testa a rielaborare tutte le
informazioni e a riviverle, perché, in caso contrario, non si
potrebbe affidare a me.Dice che non si fida di me, che gli tengo
nascoste delle cose, che mento sulle mie storie, che io sono
troppo debole, che mi lascio andare troppo presto, mentre lui
avrebbe voluto che io l'avessi aspettato vergine... perché solo
così posso essere assolutamente pura (mentre lui, in questo
momento, mi vede impura e sporca).Quando pensa queste cose
diventa violento e aggressivo....grida, soffre, piange e per
giorni interi non dorme, non mangia, perde il contatto con la
realtà e continuamente vede queste immagini, e pensa, elabora e
mi fa star male anche a me psicologicamente. Io sto infatti
iniziando a sentirmi sporca, a vergognarmi del mio passato, ho
paura di sbagliare a parlare, di ferirlo e piango in
silenzio.Una volta mi ha gridato (in preda ad una
"crisi") che io ero una maniaca selvaggia e ha tirato
dei pugni tremendi sul muro, che mi hanno fatto tanta paura,
perché ho pensato che.... se ne avessi mai ricevuto uno io
...non so proprio che cosa mi sarebbe successo.Io sono fragile e
continuo a non capire questo suo bisogno di sapere ...da otto
mesi mi sto dedicando completamente a lui e sto diventando
stanca... troppo stanca, piango e mi sento in gabbia.
STORIA
N.8
Lui non ha più chiarezza dentro di sé
Mi chiamo xxxxxxxx , ho 32 anni e da 12 ho una storia con un
mio coetaneo. Insieme abbiamo costruito molto (es. abbiamo
comprato una casa e messo in atto anche altri progetti).
Oggi che la situazione economica si è stabilizzata, che
lui ha trovato un lavoro, anche se non pienamente soddisfacente e
causa di molti stress (fa il promotore
finanziario), da circa un mese stiamo vivendo un momento
molto difficile. Lui è depresso, dice di non riuscire più a
vedere un futuro insieme. Che le
vicissitudini e le insoddisfazioni che lo attanagliano gli fanno
vedere intorno a sé il vuoto. A questo si
aggiunge il fatto che il nostro rapporto di
coppia è sempre stato un po' esclusivo, anche se di tanto in
tanto abbiamo cercato di frequentare anche amicizie. Oggi lui mi
dice che non è più sicuro di niente, né
di quello che vuole (anche se si rende conto di
volere nel proprio profondo una famiglia e dei figli), né se lo
vuole ancora con me. Io non riesco a
staccarmi da questo rapporto, che tra l'altro ci
coinvolge anche sotto altri fronti (io tengo i suoi rapporti con
la commercialista e provvedo al pagamento
delle sue scadenze e impegni). A tutto
questo va aggiunto il fatto che da un anno a questa parte (io l'
ho saputo solo ora) lui ha un'amicizia a suo
dire "disinteressata" con una collega
di lavoro con la quale riesce a parlare serenamente e che per lui
rappresenta un ponte tra i suoi superiori e sé
stesso. Una specie di "solidarietà" contro
lo strapotere dei suoi superiori, una persona che lo avverte delle
ingiustizie perpetrate contro di lui. Dice che è
solo un'amicizia che si manifesta durante
gli occasionali incontri in ufficio, e che io la prendo
male perché è nel mio carattere essere estremamente possessiva.
Secondo lui vedo in questo rapporto amicale un
tradimento. E' vero, io lo vedo come un
tradimento perché noi abbiamo sempre avuto un ottimo dialogo e
il fatto che lui si rivolga a qualcun'altra mi
amareggia molto. I nostri rapporti sessuali,
fino a questa crisi, erano soddisfacenti per entrambi, anche
se spesso abbiamo avuto delle incomprensioni perché io non volevo
più prendere precauzioni e desideravo che
la natura facesse il suo corso. Comunque
oggi continuiamo a vederci una volta a settimana e a sentirci la
sera, anche se mi rendo conto che è uno
stillicidio soprattutto per me, perché mi
creo delle aspettative che lui fa di tutto per deludere. Anzi, mi
accorgo che lui frena i suoi impulsi verso di me perché non ha più
chiarezza dentro di sé.....
STORIA
N. 9
Non so che fare
Sono una libera professionista, sono sposata da 17
anni ed ho due bambini di 10 e 6 anni.
Siamo un famiglia normale, abbastanza agiata, ed io
e mio marito ci siamo conosciuti
giovanissimi, grande amore e sposati molto presto, il primo
rapporto serio per entrambi sfociato nel
matrimonio. Siamo due persone entrambe molto
realizzate sul lavoro e non vi sono mai stati
conflitti in tal senso, svolgendo due attività completamente
diverse. Alcuni (allora)
migliore amico, che si era rivolta a lui inizialmente per
svelargli suoi problemi famigliari
(principalmente a sfondo sessuale) con il marito e anche
con lo suocero (si...hai letto bene!). Mio
marito, per proteggerla e per aiutarla, le si è attaccato molto e
la cosa è durata per due anni, nei quali
questa famiglia è vissuta praticamente in simbiosi
con noi, mi è stata imposta in tutti i modi, non si poteva più
fare nulla senza che vi fossero anche loro.
Al mio rifiuto di continuare ulteriormente
in questo modo, è uscita tutta la cosa. Sia
lui che lei, non hanno mai ammesso di aver fatto sesso, ma solo di
molta intimità e di incontri clandestini
per "raccontarsi" e pertanto hanno cercato
una completa assoluzione sulla base del "non c'è stato
nulla".Io ho dato di matto per alcuni giorni, ho capito tanti
atteggiamenti, tante cose fatte alle mie
spalle, ma poi ho perdonato, ed addirittura non avevo allontanato
quelle persone definitivamente dalla mia casa. A
distanza di qualche mese ho visto però che mio marito era perso
per lei, perché il fatto di non poterla più
frequentare come faceva prima, lo faceva impazzire.
Di li ho capito che era innamorato perso. Allora
ho voluto che tagliassero i ponti completamente. Lui a malincuore
ha accettato, è stato con me, ma freddamente per
anni e anni.... nei quali ho fatto di tutto
per fargli capire che io c'ero. Nel frattempo, lui comunque
è stato un ottimo padre, non mi ha fatto mancare
nulla di materiale, si è comportato bene,
insieme abbiamo fatto tantissime cose per la realizzazione professionale
e sociale. Premetto che io non l' ho mai tradito..... nemmeno
adesso che vi scrivo. Miliardi
di volte abbiamo parlato e discusso, ma da lui... la parola
"ti amo", non l' ho mai più sentita.
Probabilmente, tutta questa sua freddezza, ha
freddato anche me, che invece l' ho sempre
amato ed adorato, nonostante quello che mi aveva fatto. Il
colpo di grazia è avvenuto questa estate, dopo che lui, per
l'ennesima volta, mi ha detto: "non
potremmo mai più amarci come una volta, non ha senso dire
ti amo". Forse da quel momento mi è caduto il mondo addosso
ed essendo comunque io una donna, diciamo
"molto graziosa", mi sono detta che forse dovevo
cercare altrove l'amore e le emozioni che lui non mi voleva più
dare.Mi sono aperta maggiormente al mondo (normalmente sono una
persona molto autorevole ed austera) e non
c'è voluto molto perché un altro uomo si innamorasse
di me. Un uomo che è lontano da me 800 km, ma con il quale ci
sentiamo molto affini, per carattere e desideri,
anche lui non libero, una persona molto
passionale e al tempo stesso rassicurante. A questo punto, prima
di intraprendere una relazione con lui, ho fatto l'errore
di dire a mio marito che volevo essere libera, perché finalmente
volevo una vita mia lontano dai fantasmi del
passato, che ancora abitavano a casa nostra....negandogli però
sul momento che fosse a causa di un altro uomo. In
effetti non era successo nulla ancora, ci eravamo visti due o tre
volte in contesti assolutamente formali, però
c'erano state telefonate ed e-mail che
naturalmente erano state l'inizio di una "relazione".
Ora si trattava di incontrarci noi due, per
capire fin dove era seria la cosa....solo che mio marito
non me l' ha permesso. E' stato colto da
crisi di panico da abbandono ed allora ha fatto tutto quello
che doveva fare al tempo della scoperta della sua storia, si è
umiliato, ha riconosciuto tutti gli errori, mi ha
detto tutte le cose che mi aveva negato in
tutti questi anni e mi ha tormentato per sapere della mia scelta
ed io, stupidamente, gli ho parlato del mio "altro"
uomo. Apriti cielo...... mi ha tormentato
per sapere tutto di lui e si è distrutto....
ha perso 6 kg in 15 giorni, ha minacciato di uccidersi, mi ha
messo davanti le responsabilità sui figli, non è
più praticamente andato in ufficio.... sono
entrata nel panico perché veramente ho avuto paura facesse
qualche sproposito. Allora
gli ho promesso che avrei chiuso tutto con il mio amore
"distante", per farlo stare
tranquillo, ma ora lui si rende conto che questa storia ha fatto
scatenare solo qualcosa che era già minato e cioè il mio amore
per lui per troppo tempo calpestato. Però
con lui (il mio "amante" ...chiamiamolo così) proprio
non riesco a chiudere, continuiamo a
sentirci di nascosto, a roderci perché, per salvaguardare
gli equilibri dei miei figli, io dovrò ancora stare vicino ad
una persona che ADESSO mi ama o almeno dice di
essere perso senza me, ma al quale io non so
più che sentimento possa provare se non attualmente un grosso
senso di pena. Non so che fare......
STORIA
N. 10
Perché non riesco a troncare del
tutto?
Sono una ragazza
di 25 anni e ho un mio problema di coppia.E' più di un anno che
sto con un ragazzo di 30 anni, disoccupato e un po' apatico. La
nostra storia è iniziata di getto, contro ogni mia aspettativa.
Io, che sempre ho
prediletto la sintonia come valore assoluto, ho abbandonato ogni
remora in un momento, e sono stata prepotentemente trasportata da
una forte attrazione.Già dopo pochi giorni, ho avvertito però un
sottile disagio: sentivo che non c’era un codice comune, non
c’era benessere dal poco dialogo che avevamo (cosa per me
fondamentale e punto di riferimento per distinguere un rapporto
significativo da una conoscenza). Così l’ho lasciato, ma ogni
mio lucido rifiuto era seguito dalle sue ossessive telefonate
e dai suoi morbosi ritorni con stressanti ricatti morali; e
così io - per vile attrazione (riuscivo a piangere dalle
coinvolgenti sensazioni che provavo con lui) - ci ricadevo. Questo
lasciarsi e rimettersi ha caratterizzato la nostra storia.
Provocando grandi sensi di colpa in me (mi sento immatura per
questo) e perdita di credibilità come coppia nei confronti degli
altri. Così, mentre io sapevo che era necessario troncare, il
nostro rapporto è comunque cresciuto. La nostra intimità fisica
è dolce e coinvolgente; per me lui è l’incarnazione del mio
immaginario erotico, ma accanto a ciò che abbiamo costruito in
questo anno, rimane un mio senso di insoddisfazione. sono entrata
nella condizione d’insofferenza verso certe sue risposte. Io
infatti amo sviscerare gli argomenti, magari anche lui ci prova,
ora.....ma sento sempre un po' di superficialità nei suoi
discorsi e opinioni.....e poi, questa nostra piccola
incompatibilità, non mi fa sentire una coppia che sa resistere
alla realtà esterna…cioè mi sento
come se fosse stupido stare con lui, visto che non gli riesce a
capire, senza che sia io a spiegargli OGNI cosa.Se fosse un
rapporto autentico mi dovrebbe leggere dentro, capire, intuire.Mi
accorgo che non ho voglia di fargli regali, cosa strana per me,
che cerco sempre di stupire persone a me care, con regali che
hanno un certo simbolico significato. Il problema è forse che
nella nostra storia non mi sono mai sentita legata…non sento
quel legame interiore che ho già sperimentato con altre persone.
Io che facevo moralismi, che mi ritenevo capace di un amore “per
sempre”, mi avvilisco a pensare che sono invischiata in un
rapporto di serie B e che desidero incontrare la persona giusta e
costruire un rapporto più significativo. Io ho spesso la
sensazione che il rapporto "non va", una vocina interna
mi dice "non fa per te, guarda come ti parla
superficialmente"; e poi non ho stima di ciò che dice, visto
che molte volte parla per frasi fatte.Mancanza di
stima…intolleranza…per poi invece sciogliermi ad ogni nostro
contatto fisico, ormai sempre più coinvolgenti e intensi. Lui
dice di non capire la parola Sintonia, per me condizione
indispensabile....che ho sperimentato invece con altre
persone.Spesso mi chiedo se è possibile che il rapporto si
consolidi su basi sbagliate, e che vada avanti per inerzia,
attaccamento o abitudine..... Ormai è un continuo tira e molla:
per me, lui, infatti, diventa di giorno in giorno più importante,
una presenza rassicurante. Mi dico che lui sta cambiando, sta
maturando (mbè, era ora, ha 30 anni…), ma comunque sento che
con lui la sintonia non è mai abbastanza. Mi chiedo se è un mio
problema, se sono io a vivere il rapporto in maniera sbagliata, o
a non esserne capace…o comunque perché non riesco a troncare
del tutto?Come ci si riesce?
STORIA
N. 11
Il tempo sta finendo
Avrei voluto lavorare, guadagnare moltissimo, mantenere e
realizzare ogni mio sogno senza mai dover
chiedere.Avrei voluto non essere un peso, pagarmi le spese
mediche, i divertimenti,gli hobby, i regali che faccio.Ho
sostenuto, incoraggiato, coccolato, capito, indirizzato
l'espressione di ogni componente della mia
famiglia.Ho desiderato moltissimo una casa... che ora ho!
Bellissima che pochi possono avere, ha molto
di me questa casa, ma NULLA DELLE MIE FATICHE. Neppure un mattone
è stato pagato da me.Il senso di possesso determinato molto dal
guadagno, dalla capacità di guadagno e di
spesa, che io non ho. L'unica cosa che è spontanea in me, ora, è
che io HO LA FORTUNA DI VIVERE IN QUESTA
CASA. Ogni cosa che desidero per la mia persona, è limitata dalla
precedenza economica, se non è di bene
comune, so x certo che non mi spetta + di tanto.Anche
se devo dire che spesso ci provo, spero che qualcuno mi dica che
mi spetta! Non è così!!!Per
circa 20 anni ho avuto la convinzione che il mio lavoro in casa
fosse fondamentale, necessario e importante.
A tutti gli effetti è così, ma in pratica, non
produce nulla.Definirei ora il mio compito all'interno della
famiglia un lavoro da governante
missionaria; dai spontaneamente.. nessuno ti ha chiesto di farlo,
senza Mai doverti aspettare nulla in cambio, si
chiama AMORE. Ho spesso la sensazione che mi si debba in cambio un
po' di solidarietà, non sono di molte
pretese, ma certo e che pure io conosco la fatica, ma spesso mi
viene ricordato che nessuno mi ha detto di farlo,
ma strano e che......DEBBO FARLO, una sorta di volontariato, ma
obbligo al tempo stesso.Il mio compagno, lavora moltissimo, il
dominio è certamente suo.Guadagna parecchio.... ci mantiene
tutti....i spesa... questo ridicolizza
ancora di + la mia persona, però se mi si spiega con
garbo, e mi si aiuta, io poco alla volta acquisto
fiducia in me e chissà che con il tempo
riesco anche a trovare un lavoro dignitoso. Per ora l'unica
certezza che ho è che so pulire casa e so usare il pc.... ma
questo non serve a nulla! Il primo un
dovere, il secondo una passione costosa e non gradita.Se
potessi ricominciare la mia esistenza darei la precedenza alle mie
capacita....spesso accantonate per questo e quello, o
semplicemente per cattiva autostima. Studierei,
coltiverei la mia mente, spronerei le mie potenzialità, ormai da
troppo tempo latenti. L'importante è la serenità
e l'equilibrio della famiglia, in questo io
posso fare molto..... per primo cercare di non destabilizzare
gli ordini delle cose... quindi
Il capo famiglia = dominio, gratitudine,
riconoscenza, priorità delle esigenze,
solidarietà, comprensione.
figli= precedenza in tutto quello che dicono e fanno,
impossibile risparmiarsi.La loro vita è
l'unica certezza della mia esistenza UTILE
IO = moglie, madre, buona capacità di adattamento, istinto di
sopravvivenza,senso dell' umor, vivere la rinuncia come evento
naturale, rassicurante,piacevolmente combattiva ma non troppo,
portatrice di soluzioni non di caos, dare
sempre la certezza di stare bene, x non turbare, dare forza, dare
aiuto con discrezione, non devono accorgersi di
averlo ricevuto così l'autostima di chi sta
vicino cresce, convinto che di te non ha proprio bisogno
perché fa tutto da solo alla grande.......
STORIA
N. 12
Possono i sentimenti essere
dimenticati?
Ho 36 anni e da circa due mesi
sto vivendo una situazione per me paradossale.Sposato con una
coetanea e due figli, una ragazza di 15 anni ed un bambino di 5
anni, sto vivendo l’incredibile trauma della separazione.
Credevo di aver la famiglia più bella del mondo e proprio per
questo ho cercato di non far mancare loro nulla.Ma,
improvvisamente, dopo uno stupido litigio, mia moglie entra in
crisi e comincia a piangere. Dopo due giorni mi chiede di uscire
di casa perché la soffoco ed ha bisogno di restare sola con i
figli. Premetto che abbiamo sempre avuto una vita sessuale
entusiasmante, ed entrambi eravamo sempre stati abbastanza gelosi
l’uno dell’altra, ma per me tutto ciò era indice di passione
e di sentimenti sempre vivi.Successivamente mi comunica che non
vuole più saperne di me. Che ho sempre pensato al lavoro. Che ero
egoista, perché, pur ritagliando degli spazi durante la settimana
(uscivamo da soli senza figli il lunedì o il martedì e spesso
eravamo fuori a cena nei fine settimana), la domenica passavo il
mio tempo sul divano e non si faceva nulla insieme.Mi ha
rimproverato altresì di essere troppo collerico e nervoso nei
litigi, che erano molto rari. In effetti ho un carattere per il
quale esplodo e dopo due minuti la cercavo e la coccolavo. Sembra
che però a lei rimanevano segni, per i quali mi dichiarava di non
dormire per più giorni.Problema che tra l’altro, si trascinava
dal rapporto con il padre. Riconosco di aver molte colpe, ma non
avevo mai messo in discussione né il mio amore per lei, né la
famiglia e ora …E’ scivolata sempre più in questa scelta
drastica, al punto da dirmi in faccia.... dopo un mese, che non mi
ama. Questa dichiarazione mi ha travolto e ucciso. E’ possibile
che una persona possa smettere di amare di punto in bianco? Solo
poche settimane prima, in un impeto sentimentale, mi aveva fatto
trovare una lettera nella quale mi chiedeva di farle sentire il
fiato sul collo, perché mi amava da impazzire. Ora non so più in
cosa credere e non riesco nemmeno a farmene una ragione.Ha
cominciato a far discorsi del tipo: "ho iniziato un percorso
da due anni a questa parte in cui mi valorizzo di più"
oppure "metà della famiglie che conosco sono peggio di noi e
l’altra metà come noi. Io voglio una vita di qualità"!Non
ci capisco più nulla. Mi sveglio di notte e il mio sonno è
frammentario. Piango, mi demoralizzo, mi sento devastato. Invece,
ogni volta che vado a prendere i figli per passare del tempo con
loro, la vedo serena e felice. Come può, una decisione del
genere, essere assunta con tanta serenità e distacco? Mi parla
degli aspetti tecnici della separazione come fossero particolari
normalissimi. Ed io mi sento morire dentro ogni volta. Non so come
uscirne.....anche perché ne sono profondamente innamorato e non
la riconosco più.Si comporta come un’adolescente. E’
sostenuta da un’amica, anch’essa sposata con due figli
piccoli, la quale, avendo il marito fuori casa per 8 mesi l’anno
per lavoro, le offre tutta l’ospitalità e la compagnia
possibile, così da non sentire solitudine. Si scambiano mille SMS
al giorno e si mandano squilli in ogni momento. Sembra quasi che
non le voglia permettere di fermarsi a riflettere.....ma può, un
sentimento, cementato da difficoltà e crescita in comune,
smettere di essere di colpo? Possibile che io non le manchi,
quando lei mi manca da morire? Lo so, sono quesiti che non
servono, eppure sono domande ricorrenti nelle lunghe notti insonni
e durante il giorno. Vivo in attesa di un suo segnale che non
arriva. Ed ogni giorno disegna distanze sempre più lunghe.Il
figlio più piccolo comincia a risentirne e lei dichiara che si
devono abituare. Eppure, un bambino molto vivace ed abituato a
vederci sempre insieme, non può uscirne senza lividi. Anche
questo mi fa impazzire, perché il mio concetto di famiglia era
inalienabile e indistruttibile.Inoltre, ha dichiarato a comuni
amici che, nell’ultimo anno, le ho dato le cose più belle, ma
anche le cose più brutte. E si riferiva a due litigi per i quali
– a distanza di 3 mesi l’uno dall’altro – lei mi aveva
dichiarato di averne sofferto molto. Ma il mio modo di chiederle
scuse era cercarla e soddisfare ogni suo desiderio. Vorrei
specificare che non mi sono mai permesso di metterle le mani
addosso, però quando si litigava alzavo molto la voce e usavo
parolacce, mai rivolte a lei pero'....Ora, per sostenere questa
scelta abominevole, mi ha citato particolari e situazioni che
risalivano addirittura a 15 anni fa e a 10 anni fa. Come vedesse
solo ogni cosa brutta che il rapporto ha dato, dimenticando tutto
quello di bello che abbiamo costruito e vissuto.Ognuno di noi ha
subito dei presunti torti, ma mi sembra impossibile che siano
rimasti in un angolo, in attesa di essere scaraventati come
proiettili all’occasione propizia.Cosa sta succedendo? Perché
non riesco a capire? Perché ogni giorno che passa mi distrugge?
Come faccio a controllare quest’ansia che mi assale, questo
dolore che mi lacera dentro e mi fa esplodere?Un perché mi
servirebbe. Avere una ragione, cercar di razionalizzare servirebbe
ad affrontare la situazione. Ma la mancanza di un perché, di una
motivazione vera e forte non mi permette di uscire da questo
incubo. Possono i sentimenti essere dimenticati? E che possibilità
di riconciliazione ci possono essere dopo un evento del genere?
Dormo fuori dal 15 marzo ed a distanza di quasi due mesi mi sento
sprofondare sempre più nella melma.Da un lato vorrei tornasse
tutto come prima, migliorando certo tutti quei difetti e quegli
errori che ci hanno condotti a questa situazione (anche perché ci
si sbaglia in due); ma dall’altro non riesco più a fidarmi di
lei, la vedo talvolta con rancore, talvolta con un misto di
terrore e ansia.
STORIA
N. 13
Perché non sposarci subito?
Sono fidanzata da due anni e mezzo
con un ragazzo di 32 anni. Io ne ho 22. Malgrado la differenza
d'età andiamo molto d'accordo, non litighiamo quasi mai,
cerchiamo di trovare delle soluzioni che vadano bene per
entrambi, abbiamo dei buoni rapporti sessuali. E' un ragazzo che
tutti mi invidiano. Buono, disponibile con me e la mia famiglia,
generoso, intelligente, ecc. insomma è l'uomo che ho sempre
sognato.Il mio sogno è sempre stato il matrimonio. Fin da
quando sono piccola. Con lui sentivo che ciò potesse essere
possibile. Malgrado la mia giovane età, ho bisogno di avere una
mia famiglia. I miei si sono separati quando ero piccola, non ho
fratelli, né nonni, né cugini. In realtà non ho nessuno. Mi
sento sempre infinitamente sola. Il mio ragazzo, dopo tante
storie avute, ha finalmente colmato quel vuoto che c'era in me.
Ho lasciato l'università perché ho capito che non è la mia
strada. Ora lavoro. Tuttavia, quando l'ho conosciuto, ho avuto
una crisi depressiva grave perché se n'è andato a passare
l'estate nella sua casa al mare.
Sono follemente attaccata a lui. Se
lo perdessi ne morirei. Farei tutto per lui. E' il mio idolo. I
miei sono scandalizzati. Loro sono dei fieri sessantottini, ma a
mio avviso sono solo dei falliti, soprattutto in campo
sentimentale, aspri, e poco generosi.Ora ho trovato l'uomo della
mia vita. Mi ha detto che comprerà una casa dove potremo andare
a vivere. I suoi sono molto abbienti. Ha una famiglia che ho
sempre sognato. Numerosa, dove ci sono pochi litigi, tanta gente
e tanta allegria. Sua madre non fa altro che parlarmi di come
l'arrederemo, ecc. Mia madre invece la mattina non mi guarda
neanche in faccia. Non è riuscita a dirmi niente quando le ho
detto che saremmo andati a vivere insieme. Mi ha detto solo che
finalmente avrei capito che significava faticare.
Tuttavia, sono indecisa. Lui insiste
che prima di sposarci dobbiamo convivere. Ha detto che tra un
anno ci sposeremo. Prima gli avevo detto che andava bene. Poi
però ho cambiato idea. In realtà il mio sogno è sposarmi. Ho
paura di rischiare troppo. Potrei perderlo. Oppure potrebbe
sposarmi. Piango sempre perché non so più che fare. E' la mia
grande occasione, eppure vengo derisa perché oggigiorno nessuno
pensa a sposarsi, ad un'età così precoce. Io sono felice di
lui. Ma perchè devo rinunciare al sogno più importante della
mia vita? Io sono sicura che ci sposeremo tra un anno. Ma perché
non sposarsi prima? Non so più che fare. Nel caso la convivenza
dovesse andare male, chi vorrebbe stare con una ragazza così
giovane con già una convivenza alle spalle? Penso che prenderei
la convivenza con minore serietà. Penso anche che gli stessi
suoi familiari mi tratterebbero con minor rispetto. Che cosa
devo fare per trovare una luce dentro di me? Per me è
importante anche la religione, anche se i miei sono atei e
miscredenti...
STORIA
N. 14
Vorrei poter capire...
Sono una donna di 30 anni, sposata
da 7 e con due bambini piccoli.Con mio marito c'è un rapporto
che raramente va oltre la superficialità del quotidiano, non
c'è mai stato un gran dialogo tra di noi, ma forse i primi
tempi il problema era sentito meno e non lo vivevo come un
vero problema perché, avendo un lavoro comune, di situazioni
per discutere bene o male se ne trovavano.Io ho smesso di
lavorare dopo la prima gravidanza, 4 anni fa, e da allora si
è come innalzato un vero e proprio muro tra di noi, ho capito
che avevo bisogno di sentirmi accanto un uomo con cui potermi
confrontare, con cui essere complice, aprirmi, parlare,
progettare assieme i giorni, uno dopo l'altro e di credere
nella forza della nostra unione. Non avevo niente di tutto
questo, stavamo diventando due sconosciuti, e mi sono accorta
che la nostra storia si stava trascinando per inerzia,
abitudine, paura di affrontare una realtà che poteva far
male.La nostra intesa sessuale e' un vero disastro; io
purtroppo, ho sempre sottovalutato il problema, non l' ho mai
affrontato veramente fino a quando questa profonda solitudine
che cominciavo a sentire dentro,non mi ha dato la spinta per
farlo.
Premetto che quando ci siamo
conosciuti eravamo entrambi alla nostra prima esperienza
sessuale, e questo comunemente crea un insieme di entusiasmi e
curiosità che potrebbero anche aver reso meno obbiettiva la
veridicità della nostra sintonia sessuale. Resta il fatto che
per circa un anno e mezzo andava tutto per il meglio, devo
fare un vero sforzo mentale per ricordare quei momenti adesso,
ma ricordo che stavo bene, non mi sentivo a disagio, fare
l'amore con lui era piacevole e anche il mio desiderio
sessuale era buono.Poi qualcosa è cambiato, è successo
qualcosa che ha mandato in frantumi il mio equilibrio mentale
e non so cosa altro ancora, ma è proprio questo che io vorrei
capire......è cominciato tutto da qui, o è solo un alibi che
mi sto creando per giustificare il mio disprezzo nei suoi
confronti?Una sera lui mi confessa, mentre siamo in macchina,
che qualche mese prima mi aveva tradita.....ma non era stato
un tradimento come tutti gli altri e si vergognava molto, ma
doveva togliersi questo peso che lo affliggeva. Aveva avuto un
rapporto omosessuale con un suo amico che conoscevo anche io.
Mi sono vista crollare il mondo addosso, stavo seduta accanto
ad un uomo che non riconoscevo più, quella persona dolce,
affidabile, sincera che era il mio fidanzato era stata
annientata da questo "mostro".Stavo veramente
malissimo, ma era solo l'inizio, il suo egoismo mi avrebbe
fatto stare ancora molto peggio di li a pochi minuti. Mi
accompagnò a casa e li cominciai a riprendermi dallo stato
confusionale e a scaricare la mia rabbia e la mia delusione
che erano tremende, lo insultai, piansi, urlai, gli chiesi di
andarsene e di lasciarmi stare. Lui non volle darmi nessuna
spiegazione, disse solo che aveva sbagliato e che se io non
riuscivo a perdonarlo, mi avrebbe capita, ma disse anche che
dovevo sapere che la sua vita senza di me non avrebbe più
avuto ragione di essere.
Avrei voluto che scomparisse per
sempre dai miei occhi, almeno in quel momento era quello che
volevo, ma quelle sue parole mi fecero paura, era
caratterialmente un debole, aveva avuto qualche episodio di
depressione e temevo che potesse fare qualcosa di
irrazionale....gli sono corsa dietro facendomi violenza da
sola, mi sono umiliata e gli ho chiesto di non andare,
promettendo che non avremmo più parlato dell'accaduto. Il mio
colpevole era diventato una vittima, e sempre più vittima
quando mi disse che stava male perché era terrorizzato dalla
possibilità di aver contratto l'AIDS e aveva bisogno che io
gli rimanessi vicino per tutto il tempo che serviva a fare le
dovute analisi. Un periodo lunghissimo e dolorosissimo, si
sentiva mille sintomi, tutti immaginari, ed io stavo crollando
mentalmente e per di più se lui aveva qualcosa lo avrei
potuto avere anche io, un vero incubo! L'incubo della
probabile malattia svanì, e li forse cominciò l'inizio della
fine.Ma ormai avevo deciso di metterci una pietra sopra...ci
sposammo subito dopo, ma ormai si era rotto qualcosa, anche se
i nostri rapporti erano apparentemente normali e sereni, un
po' i suoi sensi di colpa, un po' la mia mancanza di stima nei
suoi confronti, ci stava allontanando. E tutto si faceva molto
più evidente nei nostri rapporti sessuali, io non ho quasi
mai più provato attrazione per lui, anzi, cominciava a darmi
fastidio la sua vicinanza, le sue mani addosso, stavo con lui
solo per dovere coniugale, non per desiderio, e non vedevo
l'ora che finisse. E' così tutt'ora. Lui, credo da quella
volta, è molto cambiato, non è più affettuoso con me,
nessuna tenerezza, niente allegria, e questo mi irrigidisce
ancora di più, quando mi fa qualche carezza o qualche gesto
affettuoso, è solo perché ha intenzione di far sesso, forse
è anche il mio atteggiamento che lo ha portato a
cambiare....vorrei poter capire se è così, se è veramente
cominciato tutto da quell'episodio o il mio è solo un alibi,
una scusa come un'altra per non ammettere di aver fatto la
scelta sbagliata e di non amarlo più a prescindere da tutto
il resto.
Vorrei poter capire se dentro di
me c'è la forza e la voglia per ricominciare o se ho solo
deciso di farla finita. So di aver bisogno di una terza
persona che possa aiutarmi e darmi delle risposte, voglio solo
uscire da questa situazione che mi sta soffocando e mi sta
logorando l'anima. L'altra sera ho rotto la mia promessa di
non ritornare mai più a quell'episodio, non ne potevo più e
ne ho parlato a lui, in tutta serenità, senza colpevolizzarlo
gli ho chiesto se credeva che fosse possibile che il mio
blocco sessuale avesse a che fare con quella storia...mi ha
detto che lui ne era certo, e che non me lo ha mai voluto dire
perché continuava a sentirsi in colpa e non voleva rivangare
un dolore tanto forte, per me è stata quasi una liberazione,
ho creduto di sentirmi anche meglio, ma adesso è sempre più
terribile l'idea di avere ancora dei rapporti sessuali con
lui...
STORIA
N. 15
UOMINI CHE AMANO TROPPO
Avrei molto da dire, ma molte situazioni non riesco neanche a
capirle e a darmi una risposta.Chi scrive è
un ragazzo di 26 anni che si è innamorato troppo di una ragazza
di 21 anni.Sembrava che avessimo molte cose in comune, ma poi, con
l'andare avanti nel tempo, ho notato dei
suoi cambiamenti nei miei confronti.Io sono una persona che quando
si innamora da tutto se stesso, ma in questo caso qualcosa
non va . Ci sono dei suoi comportamenti che non riesco a capire.
Mi hanno consigliato il libro "Donne che amano troppo",
ma in questo caso tutto riguarda me..... che sono un uomo. Ci
troviamo spesso a litigare per cose che hanno dell'assurdo..... io
ci tengo sempre a portare avanti il rapporto, ma lei mi dice che
"abbiamo caratteri diversi e comunque, secondo
lei, da parte mia non c'e la volontà di portare
avanti la cosa" ....io, mi sento di conseguenza abbattuto,
perché quello che ho dato a lei non lo ho
dato a nessuna altra.In questo mese e mezzo abbiamo fatto cose che
le altre coppie fanno da conviventi.....abbiamo
dormito insieme più notti, ci preparavamo la cena....giornate
intere al mare....proprio come 2 conviventi. Non
siamo la coppietta che si vede dopo cena per fare una
"vasca" per il corso e poi ognuno
a casa sua. Il problema però consiste nel
fatto che la amo troppo.....tutto ciò mi ha portato all'ossessione
di volerla vedere almeno 5 minuti tutti i giorni...Dice di volermi
bene e di stare bene con me, ma nel contempo mi dice che vuole
rompere perché ci ritroviamo a litigare troppo spesso. E' come se
non si accorgesse di tutte le cose belle che facciamo insieme . Io
la amo e gli voglio un bene dell'anima ,
glielo dimostro, glielo dico 100 volte al
giorno...vorrei averla sempre con me...... ma perché lei non
apprezza tutto questo? Perché ? Nel passato
ci sono stati uomini che l' hanno presa in giro, uomini che
stavano con altre donne, che non avevano voglia più di tanto
di vederla, o quelli che dicevano
"sbrighiamoci abbiamo solo mezz'ora" e.....sapete a cosa
alludo e, a loro, lei ha dato tutto.... e a me, che vorrei sempre
stargli accanto, non mi da neanche un decimo di
quello che gli do io e vorrebbe
STORIA
N. 16
Lei lo aiuterà solamente a
peggiorare i suoi problemi
Circa un anno fa ho conosciuto un
uomo di 36 anni, separato, con due figli che vivono con la madre
a 160 km di distanza da lui. Abbiamo provato un immediato
interesse l'una per l'altro e ci siamo frequentati per un
periodo, nonostante i miei non accettassero la storia. Poco
dopo, lui è entrato in crisi si è dichiarato confuso. Credevo
che il nostro fosse amore, ma forse rimpiangeva il rapporto che
aveva non con la sua ex moglie, ma con una ragazza conosciuta
prima di me, con la quale era finita perché a lei pesava la sua
condizione di separato.
Per un anno ci siamo visti da amici
(...a volte di più....), ho cercato di aiutarlo a superare i
suoi complessi.... mentre lui era tornato a frequentarsi con
questa persona molto sporadicamente. Tutto ciò non faceva però
che aumentare le sue ansie ed i suoi problemi nel riallacciare
relazioni sentimentali.Senza accorgercene, abbiamo comunque
cominciato a riavvicinarci, abbiamo trascorso momenti
indimenticabili, in cui lui era sereno, eravamo felici, andava
tutto alla meraviglia, uscivo con lui ed i suoi figli, stavamo
gettando delle basi solide e meravigliose..... All'improvviso,
dopo una notte insonne, lui mi dice che non è sicuro di potermi
amare, mi vuole un gran bene, ma non riesce ad andare
oltre.Abbiamo parlato a lungo, io gli ho consigliato di andare
da uno psicologo nel tentativo di aiutarlo davvero...... Ha
ammesso di avere paura di innamorarsi e di prendere una
fregatura. Sua moglie lo ha emotivamente distrutto, perché lui
era una persona che credeva fermamente nella famiglia e nel
matrimonio. Con la separazione sono cadute tutte le sue certezze
e non riesce più a lasciarsi andare. Quando la relazione assume
un ruolo importante, lui tende a scappare, adducendo che i
separati è giusto che stiano da soli e che con lui sono solo
problemi.......ma d'altra parte non vuole stare da solo.
Io so che con me potrebbe essere di
nuovo felice, se solo superasse questi complessi....ma lui tende
a scegliere la via più facile.....quella della fuga.
Ultimamente mi dice che quando siamo insieme e mi guarda, mi
direbbe che vorrebbe stare con me per sempre, ma poi.......
magari il giorno dopo, preferirebbe uscire con l'altra ragazza
(non la moglie), la quale non lo stimola più di tanto, non lo
pone di fronte a delle scelte, perché anche lei vuole un
rapporto superficiale. Lei lo considera un egoista come tutti i
separati.....ed è per questo che ritengo che lo aiuterà
solamente a peggiorare i suoi problemi......
STORIA
N. 17
12
anni di matrimonio e tante difficoltà.
Colgo
quest'occasione per parlare di un problema e un disagio che
vivo attualmente.Ho 33 anni e sono sposato con una donna della
mia età da 12 anni e con lei abbiamo avuto due bambini di 7 e
11 anni molto vivaci e vispi. Io provengo da una famiglia di 5
figli e sono l'ultimo, ho sempre vissuto in un ambiente
familiare abbastanza armonioso pur con qualche ristrettezza.
Lei è figlia di ragazza madre, ha trascorso la sua
fanciullezza in collegio. Ci siamo sposati giovani dopo un
breve periodo di fidanzamento, io ho lasciato la ragazza con
cui stavo da 4 anni e lei il suo ragazzo da tre anni.
Purtroppo la scelta di sposarci è stata forzata
dall'annunciarsi imminente del primo figlio. L'arco di questi
dodici anni di vita insieme è stato spesso difficoltoso e
colmo di problemi economici e interpersonali, io ho una mia
attività e nell'arco di questi dodici anni mi sono dedicato a
loro sotto ogni aspetto, recentemente (due anni) ho aiutato
mia moglie a realizzare il suo sogno e mi sono impegnato ad
avviare la sua attività lavorativa ed indipendente, da qui è
scaturito un periodo buio in cui incomprensioni e difficoltà
economiche ci hanno letteralmente allontanato. Dapprima era la
donna che conoscevo poi lentamente si è staccata da me fino a
quando è scoppiato il problema più grosso. A febbraio di
quest'anno ha affermato di non provare più nulla per me e che
i sui sentimenti erano cambiati, non desiderava più la mia
compagnia e la mia presenza. Discutendone e con molto dolore
dentro l'ho convinta a riprovare ma è stato inutile, in
vacanza è ritornato nuovamente il problema peggiorando la
situazione, non solo mi ha riconfermato ciò che pensava, ma
mi ha chiesto di non avere più rapporti con lei , mi ha
confessato che la mia gelosia e la paura che aveva del mio
carattere focoso l' hanno costretta a "mandare giù"
senza mai rispondere, ed ora ha trovato il coraggio di
sputarmi addosso tutti i veleni e i rospi che ha ingerito in
questi anni, non solo mi ha rinfacciato il fatto che non ha
mai potuto decidere per se stessa, mi ha anche chiesto di
vivere come separati in casa per amore dei figli.Mi sono
rifiutato di accettare una situazione del genere e mi sono
ritirato a casa dei miei genitori dandole il carico di tutte
le responsabilità legate alla famiglia e al suo lavoro, per
lasciarle il tempo di riflettere e decidere se riprovare
l'unione tra noi e riunire la famiglia oppure separarci.La
vicenda ha molteplici sfaccettature, a partire dalle amicizie
che lei frequenta e che personalmente non condivido per
l'elevata differenza di età, la sua dipendente che ha 18 anni
e che regolarmente la invita ad uscire con la sua compagnia,
la libertà che recentemente mi ha manifestato di mancarle, la
totale mancanza di desiderio di stare insieme, e soprattutto
la mia gelosia che recentemente è aumentata a causa di tanti
piccoli segnali che ho ricevuto da lei.Oggi dopo dieci giorni
di allontanamento, sono rientrato a casa perché domenica,
parlando, mi ha chiesto di riprovare e di risalire il burrone
insieme quotidianamente, però mi rendo conto che la decisione
che ha preso è stata dettata dalla sofferenza che tutti
proviamo inclusi i figli, e mi sono accorto che la scelta che
ha fatto è stata dettata per un 60/ 70 % dai figli, e da un
20% dai problemi economici che ha incontrato anche perché non
è in grado con il suo lavoro di mantenere ne se stessa ne la
famiglia, nonostante io le passi gli alimenti. E giusto ieri
mi ha chiesto di poter uscire venerdì sera con le sue
amiche.Ora non capisco più cosa dovrei fare, sono molto
confuso e intimorito da quello che potrebbe nuovamente
accadere, non comprendo se mia moglie si sta prostituendo nei
miei confronti per tenere unita la famiglia, o se invece c'è
stato un amore nascosto nel suo passato, o se invece ha avuto
un ritorno di fanciullezza, o se il rapporto tra noi è caduto
perché la figura di marito-padre è crollata. Non sono
psicologo ma mi sforzo quotidianamente di capirla e di
comprendere i sui stati d'animo e di portarla gradualmente a
riflettere sulla situazione che si è creata e sulle storture
che ci sono, ma nonostante tutto, sono io stesso confuso e
combattuto sul da farsi.. Essendoci ancora dei buoni rapporti
e dialogo con mia moglie,potrei anche valutare la possibilità
di andare insieme da qualcuno per chiedere un aiuto
terapeutico....
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